Nucleo Alzheimer

Il Nucleo Alzheimer ospita pazienti affetti da demenza con associati disturbi del comportamento (wandering, affaccendamento, aggressività verbale/fisica, agitazione/irrequietezza psicomotoria…). Perseguire la miglior qualità di vita di ogni singolo individuo inserito al suo interno è l’obiettivo che la Fondazione RSA “Gli Ulivi” si propone costantemente.
La concretizzazione di questo obiettivo è correlata a 3 fondamentali aree determinanti il benessere psico-fisico dell’anziano stesso: l’ambiente, gli interventi non farmacologici, gli operatori.

Il contesto ambientale entro cui è collocato colui che è affetto da deterioramento cognitivo non può essere un contesto di cura asettico ma diviene parte integrante di un approccio olistico di cura. L’ambiente diviene familiare, foriero di possibilità, riconoscibile, personalizzabile. L’ambiente, come ci ricorda Montessori, diviene “maestro”, deve favorire l’azione attiva, la partecipazione attiva, di chi viene ospitato al suo interno e quindi adattarsi a chi lo vive quotidianamente.
Nel nucleo Alzheimer l’azione sull’ambiente è continua, agire sull’ambiente significa ristabilire, nell’anziano affetto da compromissione cognitiva, autonomia, benessere e soddisfazione.

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Nucleo Alzheimer

Unitamente all’azione sull’ambiente l’equipe multidisciplinare prevede un’azione costante sull’ospite mediante interventi individuali, personalizzati, non farmacologici.
L’ospite affetto da demenza, lasciato inoccupato, manifesta più facilmente disturbi del comportamento mediante i quali manifesta il proprio disagio. Ecco quindi che vengono proposte attività individualizzate, personalizzate, non farmacologiche che tengono in considerazione gli interessi, le abitudini di vita e le capacità residue degli utenti stessi, anche di quell’utenza che risulta essere meno coinvolgibile. Coinvolgere la persona con demenza è uno tra i trattamenti più efficaci: riduce la comparsa di disturbi del comportamento e induce la stimolazione delle capacità residue (Camp, 2012). Camp, noto psicogeriatra, afferma che:

La qualità di vita della persona affetta da demenza è direttamente correlata a quanto tempo essa trascorre in attività positive e significative.

Risulta essere importante ed imprescindibile, infine, oltre all’attuazione di interventi rivolti all’ambiente e all’implementazioni di interventi individuali non farmacologici, agire anche sull’organico dell’équipe operativa. La Fondazione sollecita il coinvolgimento attivo dell’operatore nel percorso di cura rivolto all’anziano ospite, favorendo l’adozione di una nuova ed innovativa mentalità che permetta un approccio alla non autosufficienza mediante una prospettiva evolutiva garantendo il mantenimento della motivazione, condizione prioritaria al lavoro di cura. L’operatore è costantemente supportato affinché continui a concorrere attivamente al mantenimento di un ambiente relazionale adeguato e formato affinché sia dotato di strumenti utili (interventi non farmacologici) alla gestione del paziente affetto da demenza.